Come funzionano le tariffe di Trump? E quali comparti del Made in Italy soffrono di più

A quasi un mese dal Liberation day di Donald Trump, che ha introdotto tariffe ad hoc sulle merci provenienti dall’estero, è tempo di un bilancio sui dazi imposti dall’amministrazione americana anche in ragione dei primi 100 giorni del presidente Usa. Posto che i dazi sono tasse applicate sulle merci provenienti da paesi esteri, con l’obiettivo politico di tutelare la produzione nazionale dalla concorrenza straniera e che vengono calcolati come una percentuale del prezzo di vendita a carico dell’importatore, che li paga alla dogana del paese in cui le merci entrano, va detto che alcuni settori stanno accusando più di altri. Anche se per alcuni comparti non sono poche le novità delle ultime ore.
I dazi su alcuni beni esteri importati negli Stati Uniti potrebbero infatti essere inferiori alle aspettative. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato una direttiva volta a limitare l'effetto cumulativo di più tasse sullo stesso prodotto, alleggerendo ad esempio il peso dei dazi doganali sui produttori di automobili che producono negli Stati Uniti con componenti importati. Ad esempio, i dazi del 25% imposti da Trump su alcuni beni provenienti dal Messico non possono essere combinati con dazi separati del 25% sulle importazioni di acciaio o alluminio. L'annuncio di Trump è arrivato durante un comizio a Warren, vicino a Detroit, cuore dell'industria automobilistica americana. «Vogliamo solo aiutarli durante questo periodo di transizione. A breve termine», ha detto il presidente prima di partire per il Michigan. Il presidente ha anche ridotto i dazi sui ricambi d’auto importati, che entreranno in vigore il 3 maggio.
L’industria metalmeccanica resta però fortemente colpita. Per quanto concerne i prodotti metalmeccanici, secondo uno studio Fiom i dazi Usa in vigore del 25% riguarderanno l’alluminio “per un valore complessivo di 3,417 miliardi di dollari di esportazioni italiane, l’acciaio per un valore complessivo 2,258 miliardi di dollari, i veicoli per un valore complessivo di 3,653 miliardi di dollari e la componentistica dei veicoli per un valore complessivo di 2,752 miliardi di dollari”. Stesso discorso per l’agroalimentare che al momento vede una tregua dalle tariffe dopo la sospensione di 90 giorni delle tariffe decisa da trump dopo il crollo dei mercati di poche settimane fa. Secondo il Centro studi di Unimpresa, l’export agroalimentare italiano verso gli Usa ha raggiunto circa 7,8 miliardi di euro nel 2024, un valore che mostra una crescita del 17% rispetto all’anno precedente. I prodotti di punta includono vini (circa 1,7 miliardi), olio d’oliva (670-937 milioni), pasta (805 milioni di euro) e formaggi (340-500 milioni circa). Co dazi al 25% il s