Mercato del lavoro, in Italia sempre più sbilanciato verso i senior: quali conseguenze sul lungo periodo
In Italia il mercato del lavoro è sempre più sbilanciato verso i lavoratori senior. Una mancanza di equilibrio demografico che risulta evidente se si guarda alla crescita dell’occupazione: nel 2025 è stata trainata quasi esclusivamente dalla componente over 50, con riflessi strutturali sulla qualità e sulla composizione dell’impiego. Secondo l’Istat, l’occupazione è sì aumentata per il quarto anno consecutivo ma il tasso di occupazione ha registrato incrementi in misura maggiore tra le fasce più anziane della popolazione attiva. Ad agosto gli occupati over 50 hanno raggiunto quota 10 milioni 252mila unità, pari al 42,42% degli occupati complessivi (24 milioni 170mila).
Il centro studi Adapt sottolinea come oltre l’80% della crescita occupazionale recente sia attribuibile agli over 50, con un aumento marcato rispetto ai livelli pre-pandemia. Questo mutamento non è solo numerico, ma porta con sé implicazioni sul mercato del lavoro e sulle politiche aziendali. Le cause dietro allo sbilanciamento sono molteplici. Da un lato c’è la dinamica demografica: in vent’anni la struttura per età della popolazione italiana si è spostata verso fasce più anziane, con meno giovani in età lavorativa. Dall’altro, misure normative e incentivi alla permanenza in servizio, posta una domanda di lavoro che chiede competenze strutturate in più settori, hanno favorito l’occupazione senior.
Il rafforzamento dell’occupazione tra gli over 50 può essere interpretato come un segnale positivo di inclusione e di utilizzo dell’esperienza ma comporta rischi sul lungo periodo. Tra questi la compressione delle opportunità per i 35–49enni e per i più giovani, una possibile stagnazione delle competenze digitali se non accompagnata da formazione continua, e pressioni crescenti sulla spesa previdenziale e sul welfare aziendale. Adapt mette in guardia sul fatto che l’invecchiamento della forza lavoro richieda poi sforzi aggiuntivi sul fronte delle politiche attive e della formazione mirata. Tanto che le aziende capaci di mettere a terra strategie efficaci di age management avranno un vantaggio competitivo.