Usa-Ue: nella strategia di sicurezza nazionale targata Trump c’è la rottura del legame transatlantico
C’era una volta l’alleato America. Nella Strategia di sicurezza nazionale americana, firmata dal presidente USA Donald Trump solo qualche settimana fa, emerge con chiarezza una visione che segna una discontinuità profonda rispetto al passato: il legame transatlantico con l’Unione europea non è più considerato un pilastro irrinunciabile della politica estera degli Stati Uniti.
Come ha evidenziato il Corriere della Sera, il documento riflette un’impostazione marcatamente unilaterale, in cui gli interessi nazionali americani prevalgono su qualsiasi logica di alleanza strutturata e duratura.
La Nato, storicamente cuore della cooperazione tra Usa ed Europa, viene riletta in chiave strumentale: non più una comunità di sicurezza fondata su valori condivisi, ma un’alleanza condizionata dal contributo economico dei singoli membri. Il cambio di passo è evidente. Trump insiste sulla necessità che i Paesi europei aumentino drasticamente la spesa militare, lasciando intendere che la protezione americana non sia più garantita automaticamente. In questa impostazione, la solidarietà atlantica viene sostituita da un rapporto di tipo transazionale, in cui Washington offre sicurezza solo in cambio di un ritorno diretto.
La strategia trumpiana individua nell’Europa non tanto un alleato politico, quanto un attore spesso ambiguo, incline al multilateralismo e al dialogo con potenze rivali come la Cina. Proprio Pechino e Mosca restano i principali competitor strategici degli Stati Uniti, ma il documento non assegna all’Ue un ruolo centrale nel contenerli. Al contrario, Bruxelles appare marginale, talvolta persino un ostacolo, soprattutto quando promuove autonomie strategiche o politiche industriali che competono con quelle americane.
Questa rottura del legame transatlantico ha implicazioni profonde. Da un lato, indebolisce la capacità dell’Occidente di agire come blocco coeso sul piano geopolitico; dall’altro, costringe l’Europa a interrogarsi sulla propria sicurezza e sulla necessità di una difesa comune più credibile. Il messaggio di Trump è netto: l’era dell’ombrello americano è finita e tocca ora all’Europa disegnare per se stessa un ruolo diverso nello scacchiere globale.