Decreto Bilanci: problematiche dell’abrogazione dell’area straordinaria del conto economico?

Decreto Bilanci: problematiche dell’abrogazione dell’area straordinaria del conto economico?

Novità Decreto Bilanci: Quali problematiche comporta l’abrogazione dell’area straordinaria del conto economico?

Il cosiddetto “Decreto Bilanci” (D.Lgs. n. 139/2015) ha abrogato l’area straordinaria del conto economico (classe E). A partire dal 1 gennaio 2016 i componenti positivi e negativi non ricorrenti dovranno dunque essere riclassificati tra i ricavi e i costi del conto economico secondo la loro natura, generalmente nelle voci A5 (altri ricavi) e B14 (oneri diversi di gestione). Vi sono alcune eccezioni, come ad esempio gli incentivi all’esodo, i quali andranno riclassificati nei costi del personale (voce B9). In nota integrativa sarà sufficiente indicare «l'importo e la natura dei singoli elementi di ricavo o di costo di entità o incidenza eccezionali» (art. 2427 c.c. comma 1, n. 13). Eccezionale tuttavia non è sinonimo di straordinario, infatti “straordinario” significa al di fuori della gestione caratteristica o derivante da variazioni nei criteri di valutazione o relativo a esercizi precedenti, mentre “eccezionale” significa di entità o incidenza inusuale (non necessariamente extra-caratteristico). Di conseguenza non sarà necessario indicare in nota integrativa tutti i proventi e gli oneri straordinari così come definiti dalla normativa previgente, ma solo quelli “eccezionali”.
La nuova normativa dunque non incide né sull’andamento dell’azienda né sul risultato del bilancio. Tuttavia può porre un problema di comunicazione tra l’azienda e i soggetti esterni, quali ad esempio istituti di credito, fornitori, investitori, analisti finanziari e tutti coloro che hanno la necessità di esprimere un giudizio sull’azienda (cosiddetti stakeholder). Questi ultimi infatti si basano su quanto riportato in bilancio per fare un’analisi e calcolare alcuni indicatori, primo tra tutti l’EBITDA (o MOL) che misura la marginalità della gestione caratteristica e quindi esclude per definizione la gestione straordinaria (la quale si troverà annegata nella gestione operativa). Appare quindi evidente che se la nota integrativa o la relazione sulla gestione non forniranno chiarimenti sul valore corretto dell’EBITDA, gli stakeholder potrebbero arrivare a valori della marginalità fuorvianti e non confrontabili con gli esercizi precedenti alla riforma, soprattutto in presenza di una gestione straordinaria rilevante.
L’EBITDA, così come gli altri indicatori influenzati dall’abrogazione della classe E, è in grado di influenzare la valutazione del merito creditizio, del valore aziendale, etc., perciò possiamo concludere che, sebbene la nuova normativa non abbia un impatto sostanziale sul bilancio, diventa più che mai fondamentale focalizzare l’attenzione sui contenuti della nota integrativa e della relazione sulla gestione per fornire una comunicazione corretta sull’andamento dell’azienda.

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