Addio Mosca, da McDonald a Ikea: le aziende che scappano dalla Russia

Addio Mosca, da McDonald a Ikea: le aziende che scappano dalla Russia

Addio Mosca. È un vero e proprio esodo di massa quello che interessa le aziende occidentali in Russia.  Dall’energia ai trasporti, dall’auto ai servizi passando per media. Colossi del calibro di Ikea, Volkswagen, Lego, Netflix, McDonald, Disney, Toyota, Apple, Bp, Shell, Maersk, Volvo e Netflix interrompono le loro attività nel paese responsabile dell’invasione in Ucraina. L’immagine che meglio descrive questa fuga è la lunga coda che  si è creata a Mosca e nelle principali città russe per mangiare l’ultimo Big Mac prima dello stop delle attività della catena di fast food americana McDonald’s. Che ha chiuso temporaneamente i suoi 850 ristoranti nel paese.

A dire addio alla Russia anche colossi del web come Apple e Microsoft e grandi nomi dei servizi. Visa e Mastercard, ad esempio, hanno deciso di bloccare le transazioni in Russia. Limitazioni anche sul fronte dell'intrattenimento. In Russia non è possibile usare Facebook, Twitter o Instagram e i cittadini devono rinunciare allo streaming visto lo stop anche di Netflix e Disney. Il risultato è un isolamento senza precedenti.

Le italiane

Tra le aziende italiane che hanno deciso di stoppare le attività ci sono anche brand storici del Made in Italy. Si pensi a Ferrari. L’8 marzo  la casa automobilistica di Maranello ha deciso di sospendere la produzione di veicoli per il mercato russo fino a nuovo avviso. «Continuiamo a monitorare da vicino la situazione nel rispetto di tutte le regole, regolamenti e sanzioni», fa sapere in una nota Ferrari. Le big delle energia tagliano poi i ponti con Mosca. Eni ha comunicato di voler procedere con la cessione della propria quota del 50%, congiunta e paritaria con la russa Gazprom, in Blue Stream Pipeline Bv, il gasdotto che trasporta gas dalla Russia alla Turchia. Infine Sace, gruppo italiano a partecipazione pubblica di Cassa Depositi e Prestiti e specializzato nel settore assicurativo-finanziario, ha stoppato l’assunzione di nuovi rischi per l’attività di export credit in Russia e in Bielorussia. «Con l’obiettivo di valutare quotidianamente lo scenario e fornire il massimo supporto agli esportatori italiani e al Sistema Paese - si legge in una nota della società - Sace ha attivato un tavolo di crisi trasversale che coinvolge diverse funzioni e continuerà a monitorare la situazione con estrema attenzione, aggiornando la propria posizione in base a futuri sviluppi».

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