Crisi di governo, addio Draghi? Cosa succede ora (e i rischi per l’economia)

Crisi di governo, addio Draghi? Cosa succede ora (e i rischi per l’economia)

L'instabilità politica potrebbe mettere a rischio la crescita dell'Italia.  La crisi di governo, innescata dalla decisione del Movimento 5 Stelle di non votare la fiducia sul decreto Aiuti, ha portato alle dimissioni del presidente del Consiglio, Mario Draghi. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha poi respinto le dimissioni del premier che parlerà alle Camere mercoledì.  In gergo tecnico si tratta di una “parlamentarizzazione” della crisi, un passaggio  che non risolve però i rischi per l'economia e per le riforme necessarie al Paese. Le ipotesi sono tre:
Draghi sottopone
il suo governo a un voto di fiducia e  la maggioranza si ricompatta; Draghi si dimette e si va al voto anticipato entro ottobre oppure nasce un governo tecnico in carica fino alla scadenza della legislatura.

Un caos che mette a rischio riforme e progetti importanti per il Paese. In primis il Piano di ripresa e resilienza (PNRR) che per l'Italia vale 191 miliardi di fondi ed è in un momento delicatissimo: varate le norme per molti progetti si entra nella fase operativa. Entro l'anno dovranno essere raggiunti 100 obiettivi: 45 ne sono già stati centrati nel primo semestre consentendo la richiesta della seconda rata da 24 miliardi. Ma ne mancano ancora 55 nella seconda parte dell'anno. C'è poi il tema del caro energia.  Lo sconto di 30 centesimi al litro sulle accise scade il 2 agosto. Senza ulteriori interventi il prezzo al distributore tornerebbe pieno per i consumatori così come per le bollette di gas e luce, alleggerite dal blocco temporaneo degli oneri di sistema. 

Il governo stava poi lavorando al taglio del cuneo fiscale e al reddito minimo. Due temi che erano in discussione e che dovevano trovare spazio nella Manovra di bilancio (e che potrebbero venire accantonati con la crisi di governo). Il Parlamento ha poi all'esame alcuni provvedimenti di tipo economico, importanti anche ai fini degli obiettivi del Pnrr. Il primo è la delega fiscale, per la riforma del sistema tributario che superato il nodo del catasto è in commissione al Senato. L'altro è il Ddl concorrenza ora all'esame in commissione alla Camera, dove non è ancora stato sciolto il nodo dell'articolo 10 relativo ai taxi. Non va poi dimenticata la messa a punto della Manovra: tra scadenze in ambito previdenziale (Quota 102, Ape Sociale e Opzione Donna) e la creazione di un nuovo regime per consentire una maggiore flessibilità in uscita.

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