Def, quali prospettive per l’Italia (e quali numeri mancano all’appello)

Def, quali prospettive per l’Italia (e quali numeri mancano all’appello)

Il Def, il documento di Economia e Finanza, in cui viene indicata la rotta da seguire per i conti pubblici del Paese, è stato approvato qualche settimana fa tra mille polemiche. Il Consiglio dei ministri ha varato un documento in cui sono indicate le cifre tendenziali, senza però pubblicare gli obiettivi programmatici. Un «Def light», così è stato ribattezzato da giornalisti ed economisti, in cui mancano i numeri utili a valutare l’impatto delle misure varate dal governo in questi mesi e in legge di bilancio.

Tra i dati pubblicati ci sono le previsioni sul Pil che nel 2024 è stato fissato al +1%. Nella Nadef il Pil per quest’anno era invece stato fissato a +1,2%, si tratta quindi di una crescita inferiore alle attese. La crescita sarà poi del 1,2% nel 2025, dell’1,1% nel 2026 e dello 0,9% nel 2027. Il debito si attesterà invece al 137,8% nel 2024, per poi aumentare al 138,9% nel 2025 e al 139,8% nel 2026. Il debito torna a salire rispetto al calo segnalato mesi fa nella Nadef. Nel quadro programmatico indicato in autunno, il debito calava progressivamente dal 140,1% del 2024 al 139,9% del 2025, fino al 139,6% del 2026.

Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha spiegato che il documento «light» era stato concordato con Bruxelles aggiungendo che: «le nostre previsioni per la crescita economica sono viste al ribasso rispetto alla Nadef. Le previsioni di tipo macroeconomico sono complicate da fare in un quadro di carattere internazionale e geopolitico complicato». Rispetto al taglio del cuneo fiscale, il ministro spiega che «quello della decontribuzione che scade nel 2024 è un obiettivo che intendiamo assolutamente replicare nel 2025» e ha ricordato l’effetto «devastante» del Superbonus sui conto pubblici. Misura su cui è stata annunciata dall'esecutivo un'ulteriore stretta. Come hanno ricordato più giornali, non indicare gli obiettivi programmatici non toglie che i nodi dell’economia vengano al pettine. Occorrono infatti circa 19 miliardi per riconfermare tutti gli sgravi fiscali e contributivi che per ora sono stati decisi e finanziati per il solo 2024.

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