Salario minimo, le novità e i rischi per le aziende

Salario minimo, le novità e i rischi per le aziende

Prima dell'estate era motivo di scontro tra sindacati e aziende, tra governo gialloverde e opposizione. Se è vero che il ddl Catalfo sull'introduzione del salario minimo, cavallo di battaglia dei 5 Stelle, è attualmente incagliato in commissione Lavoro del Senato, è anche vero che sarà tra i principali temi da affrontare per il neonato governo giallorosso. La misura dovrebbe essere inserita già in legge di Bilancio 2020 oppure in uno dei decreti collegati e sarà presumibilmente il risultato di una mediazione tra le proposte di Pd e M5s.

I 5 Stelle propongono di fissare il salario minimo a 9 euro netti l’ora, senza comprendere in questa cifra i ratei di ferie e tredicesima. Il Pd invece punta, in linea con Cgil, Cisl e Uil, all'estensione a tutti i lavoratori dei contratti collettivi (Ccnl) firmati dai sindacati maggiormente rappresentativi. La misura però comporta dei costi non indifferenti: 6,7 miliardi di euro secondo le simulazioni Inapp. E si applicherebbe a circa 2,6 milioni di dipendenti del settore privato non agricolo.

Ma quali sono i rischi potenziali per le imprese? In primo luogo l'incremento del costo del lavoro per le aziende. Un aumento che si attesterebbe nel caso della proposta 5 Stelle attorno al 20 per cento. Le imprese esposte a un’alta concorrenza non potrebbero aumentare i prezzi, se non marginalmente, per cui finirebbero per chiudere o vedrebbero ridursi i margini di profitto. Il che significa disporre di minori risorse per gli investimenti futuri. 

Per le realtà esportatrici il rischio reale è quello di perdere competitività e quote di mercato. Un danno alla bilancia commerciale e al sistema Italia all’estero. Un costo del lavoro così elevato potrebbe poi portare a un aumento del prezzo di beni e servizi, vanificando quindi i benefici sul potere d'acquisto che la norma sul salario minimo punta a generare. L’altro rischio è la fuga dai Ccnl con conseguente peggioramento dei rapporti tra dipendenti e datori. Confindustria non ha nascosto la paura che con l’introduzione del salario minimo si possa arrivare a un’alterazione degli equilibri economici e negoziali raggiunti in anni di contrattazione collettiva. La paura è quella di un, dannoso, passo indietro.

 

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