Vaccinazioni in azienda, si parte a maggio: obiettivo 12,5 milioni di dosi

Vaccinazioni in azienda, si parte a maggio: obiettivo 12,5 milioni di dosi

Il vaccino arriva nelle aziende italiane. Stabilimenti e sedi d'impresa potranno essere adibiti a luoghi di vaccinazioni per il personale. A dirlo è l'accordo firmato tra governo, imprese, sindacati e Inail che ha definito il Protocollo per le vaccinazioni in azienda. La data d'inizio delle vaccinazioni in azienda è maggio con le prime 500 aziende pronte a partire. Seguiranno le altre 7.000 organizzazioni che hanno risposto all’appello lanciato da Confindustria a marzo scorso.

Tanti i nomi del tessuto imprenditoriale nazionale coinvolti. Si va da Poste a Eni ed Enel passando per Vodafone e Tim oltre che i giganti dell'automobile come Stellantis, Ducati e Lamborghini. Nella logistica si è candidata Amazon mentre attraverso l'Abi, l’associazione bancaria italiana, diversi istituti hanno fatto sapere di essere disponibili. 

Ma come verranno effettuate le vaccinazioni in azienda? Come si legge nel protocollo dell'Inail le vaccinazioni potranno avvenire "sul luogo di lavoro, presso centri convenzionati oppure in sedi dedicate della rete Inail" . Si è ipotizzato anche l'utilizzo di centri mobili. Nel documento siglato da imprese  e sindacati si specifica poi che i costi per la realizzazione e la gestione dei piani aziendali dovranno essere integralmente a carico del datore di lavoro. Le Regioni si occuperanno invece della fornitura dei vaccini, dei dispositivi per la somministrazione e la messa a disposizione degli strumenti formativi. In più lo Stato interverrà nella fase di registrazione dei dipendenti vaccinati. Per Confindustria: «L’accordo è un passo avanti e contribuirà concretamente alla campagna vaccinale». L'obiettivo di lungo periodo è arrivare a vaccinare oltre 12,5 milioni di lavoratori. 

Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha detto: «Nelle prossime settimane saranno definiti i requisiti minimi essenziali. Si parte dalle aziende medio-grandi e dai lavoratori più esposti al contagio». Da maggio si partirà quindi dalle imprese sopra i 50 dipendenti. Per non creare un gap nei confronti delle piccole imprese, le grandi potranno in futuro ospitarle. Questo però accadrà solo in una seconda fase. Dice Orlando: «In accordo con ministero della Salute, Inail e commissario bisogna adottare norme per il percorso vaccinale, la distribuzione e la logistica del vaccino, la formazione del personale, la gestione degli eventi avversi, gli oneri per i datori di lavoro».

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